Asso di Bastoni - Magici Tarocchi Calabresi

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Asso di Bastoni

I tarocchi in dettaglio
XXII - L’ASSO DI BASTONI o di FIORI
Elemento fuoco. La reazione chimica e atomica.

Rappresenta l’unità e il principio vitale vegetale.
L’introduzione dei cicli, il principio delle stagioni.
Trasformazione, rigenerazione. La forza naturale della vita.
L’Anima poetica, inventiva e artistica.

Il fuoco terrestre è scaturito dalla terra e dal bastone, ma per il suo moto ascensionale è a vocazione divina.
Il fuoco è il primo elemento d’intellettualizzazione dell’uomo e lo differenzia dall’animale.
Anche il fuoco come l’acqua ha il potere di purificare e rigenerare.
Il fuoco vivifica ed illumina, senza dimenticare che nel suo eccesso, consuma e trasforma.
È legato al sole ed al fulmine e come spirito di fuoco rimanda al fuoco dello spirito.
Il fuoco del bastone è naturale, è simbolo fallico ed è associato al focolare domestico che riscalda e protegge.
È simbolo pastorale e di comando quando assume gli attributi di scettro, ma può anche assumere la funzione di tutore e di sostegno.
Il bastone come il fuoco possono essere bivalenti, essere utilizzati per la difesa ma anche per l’attacco.





Numero 22, simbolo del totale del tempo percorso.
La cifra dello spazio e dell’universo.
I 22 arcani maggiori dei tarocchi.
I 22 capitoli dell’Apocalisse di San Giovanni.

Il pino loricato di Calabria come emblema per l’asso di bastoni o di fiori.
Il Parco Nazionale del Pollino (Pollino Unesco Global Geopark) istituito nel 1988, è suddiviso tra le province di Potenza, Matera e Cosenza, con i suoi 192565 ettari, di cui 103915 in Calabria, è il parco nazionale più grande d'Italia e prende il suo nome dal massiccio montuoso omonimo.

Il pino loricato (Pinus heldreichii) è l'emblema del parco, ed è una specie rarissima in Italia, ma presente in altri siti fitoclimatici delle montagne balcaniche e greche.

Si tratta di un “fossile vivente” e viene considerato come un relitto di una estensione che in epoche remote doveva coprire le coste Italiche e Balcaniche dell’Adriatico. Esprime notevoli capacità di adattamento e si trova normalmente ad esemplari solitari. A causa delle difficili condizioni climatiche certi pini che vivono praticamente sulle rocce assumono forme che potremmo definire esotiche se non metafisiche.
La corteccia dei pini ultra centenari (esistono soggetti che si avvicinano ai 1000 anni) ricorda la pelle di giganteschi rettili, ma soprattutto la corazza loricata delle armature dei guerrieri romani.
Alcuni esemplari sono così strani o speciali da meritare d’essere battezzati con nomi evocatori.
Esiste così ai piedi della Serra di Crispo un raro bosco magico come “giardino degli Dei” e a breve distanza i “pini danzanti” inclinati tutti verso lo stesso lato.
Sulla Piana del Pollino due maestosi pini isolati si drizzano come “guardiani” a protezione della natura che si estende alle loro spalle.
L’esemplare emblematico è “Zu Peppu”, fu dato criminalmente alle fiamme nell’ottobre del 1993, i suoi resti millenari giacciono ancora oggi sulla Grande Porta del Pollino. Germogliò nei primi anni
dell’undicesimo secolo, nel corso della sua esistenza vide passare saraceni, bizantini, longobardi fino agli alleati dell’ultima guerra senza contare i turisti e i gitanti di tutte le epoche.





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