Emerita - Magici Tarocchi Calabresi

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Emerita

I tarocchi in dettaglio
VIIII - L’EREMITA
Influenza Nettuno. Arcano solare. Simbolo della Prudenza, personificazione della Saggezza.
L’artigiano segreto dell’avvenire.
Il serpente, sostegno del mondo, sorgente eterna, è il fornitore di materia ed energia.
Esoterismo.
L’Anima ha bisogno della Prudenza per avanzare verso la Luce.

Il bastone e la lanterna evocano simbolicamente la Prudenza, virtù cardinale immediatamente collocata, nello svolgersi dell’avventura umana dei Tarocchi, dopo la virtù della Giustizia. Come complementare alla Giustizia è la virtù del Maestro Segreto, guida dell’intelletto al fine di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è, e di conseguenza per stabilire il giusto mezzo tra eccesso e difetto.
È attributo del Maestro il bastone del pastore e del pellegrino perché la Prudenza avanza con umiltà, ma sa riconoscere il terreno sicuro dove avanzare i passi.
Il vecchio Adamo protegge e sostiene la lanterna simbolo dell’Anima preceduto dal serpente della rinascita, del rinnovamento ciclico.
Il dubbio sistematico che regna sull’uomo e il suo contrario, la certezza cieca, hanno bisogno della Prudenza per evitare uno la paralisi e l’altro la rovina


Numero 9: Numero della pienezza della serie dell’unità. Moltiplicando un qualsiasi numero per 9 la somma delle cifre del risultato darà sempre 9 ed è perciò il simbolo del ritorno ciclico, della risurrezione e dell’immortalità. In una riduzione teosofica il 9 non conta, non fa cambiare il numero della somma finale.
Le nove muse simbolo della somma delle scienze e delle arti umane.
3 x 3 il cielo, la terra e gli inferi: la totalità dei tre mondi per tre volte, il 9 rappresenta l’universalità.
Nella mitologia greca è la misura della gestazione e simbolo della fine e dell’inizio.
Nella Divina Commedia di Dante troviamo nove cieli, nove cerchi angelici ed è il numero di Beatrice, ma troviamo simmetricamente anche l’inferno diviso in nove cerchi.

Nilo da Rossano, battezzato con il nome di Nicola, è detto anche Nilo il Giovane (Rossano, 910 – Tusculum, 26 settembre 1004), fu monaco basiliano, eremita, abate e fondatore dell'Abbazia di Grottaferrata.
È venerato come santo dalla Chiesa cattolica ed ortodossa ed è il santo patrono di Rossano festeggiato il 26 settembre.
Nacque da famiglia aristocratica dei Malena, (da "Cenni storici sulla città di Rossano" di Alfonso Gradilone).
Frequentò la scuola annessa alla chiesa di Rossano, divenendo un eccellente calligrafo e innografo.
Nicola prima di intraprendere la vita da monaco si sposò, affascinato dalla bellezza di una giovane donna che gli diede una figlia, ma il matrimonio non durò. Fece in modo che moglie e figlia non avessero problemi economici e quindi si ritirò nell'eparchia del Mercurion orsomarso dove si erano insediati monasteri ed eremi, costituendo una vera e propria "Tebaide".
Fu allievo di San Fantino.
Pronunciò i voti nel convento di San Basilio (329-379) noto perché invitava tutti, sia i monaci che i laici a seguire uno specifico stile di vita per raggiungere la perfezione. I fondamenti erano il lavoro manuale per il corpo, la preghiera per lo spirito e lo studio delle Sacre Scrittura per la mente.
San Nilo cominciò la sua attività sociale a San Demetrio Corone, dove dimorò per venticinque anni e dove fondò un monastero basiliano sulle rovine della chiesetta dedicata ai santi Adriano e Natalia.
È celebre una sua frase:
« Non basta gridare contro le tenebre, bisogna accendere una luce »

San Demetrio Corone (Shën Mitri in lingua arbëreshë), è un piccolo borgo in provincia di Cosenza ed è tra i centri più importanti della comunità Albanese Italiana.
Si perpetuano le tradizioni, la lingua, il rito Bizantino e i costumi coloratissimi ed è sede del Collegio Italo-Albanese di Sant’Adriano.
La Chiesa di Sant’Adriano di San Demetrio Corone è un notevole esempio d’arte dell’XI e XII secolo, gli elementi architettonici si fondono con i valori spirituali dando vita ad un’estetica esoterica.

Un ricco pavimento (realizzato tra il XI e il XII sec.) parte in opus sectile e parte in mosaico decora la spazio marcato da quattro mosaici eccezionali. Uno rappresenta un Leone e un Serpente che si contendono una preda. Un altro un Serpente che in spire si avvolge su se stesso. Un terzo rappresenta un Serpente che disegna un otto e il quarto un Felino, forse un leopardo.


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