Il Diavolo - Magici Tarocchi Calabresi

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Il Diavolo

I tarocchi in dettaglio
XV - IL DIAVOLO
Congiunzione di Marte e Venere. Segno dello zodiaco Scorpione.

La forza originale nemica dell’unità.
Tutte le energie sono sacre e possono essere utili alla realizzazione della Grande Opera.
L’artista utilizza il Diavolo senza esserne schiavo.
L’Anima confrontata all’energia vitale.

La forza della natura.
Il dio Pan è per antonomasia la personificazione del diavolo e del male del mondo cristiano, di tutti i vizi e di tutti i peccati, è la sintesi del paganesimo.
Nella mitologia greca è figlio di Ermes e della ninfa Callisto e nasce metà animale e metà umano, è barbuto, villoso e cornuto, è dio dei culti pastorali ed esprime l’animalesco, l’istintivo che è nell’uomo..
Il Diavolo è l’Angelo che disubbidisce e rappresenta tutte le forze che indeboliscono il raziocinio, esprime l’animalesco, l’istintivo che è nell’uomo.




Numero 15 : numero dei segni annunziatori del Giudizio universale.
In 15 case è diviso lo spazio oggetto dell’analisi geomantica.

Scilla (anticamente u Scigghiju), è un comune situato sull'omonimo promontorio Scillèo, proteso sullo Stretto di Messina che anticamente veniva chiamato Stretto di Scilla.
È un mostro marino della mitologia greca, localizzato nello stretto di Messina come personificazione delle forze della natura.
Nella leggenda omerica è descritto con torso di donna, più code crestate e protomi di cani che emergono dai fianchi.
Scilla era una ninfa dagli occhi azzurri che viveva in Calabria, figlia di Forco e Ceto. Una sera vide apparire dalle onde il dio Glauco metà uomo e metà pesce.
Scilla, terrorizzata alla sua vista, fuggi e il dio le dichiarò gridando il suo disperato amore senza successo.
Glauco si recò allora dalla maga Circe e le chiese un filtro d'amore, ma Circe, invaghita del dio, gli dichiarò il suo desiderio. Glauco si rifiutò di tradire Scilla e Circe, furiosa per essere stata respinta si vendicò.
Preparò una pozione malefica e recatasi alla spiaggia, versò il filtro in mare.
Quando Scilla arrivò e s'immerse nell’acqua, vide le sue gambe trasformarsi in tentacoli e altri ancora crescere ai fianchi.
Scilla inorridita della trasformazione per nascondersi si rifugiò in una grotta marina di un promontorio sullo stretto.

Scilla, personificazione del Diavolo come mostro rappresentante delle forze della natura, è anche in particolare personificazione delle forze delle maree dello stretto.
Il mare ha come il diavolo la proprietà di dissolvere e di coagulare. Distruggere e in opposizione nutrire, corrodere, ma anche conservare.
Le due figure trattenute nelle spire del diavolo, sottomesse alle forze della natura, rappresentano l’umanità e sono interpretate dai celebri e straordinari Bronzi di Riace.
Paolo Moreno effettuando studi approfonditi sulla terra di fusione e sui documenti storici ha formulato una buona ipotesi sulla provenienza e la datazione delle due statue, in particolare:
Il Bronzo A (il giovane) potrebbe raffigurare Tideo, un feroce eroe dell'Etolia, figlio del dio Ares e protetto dalla dea Atena. Il Bronzo B (il vecchio) sarebbe invece Anfiarao, il profeta guerriero che profetizzò la propria morte sotto le mura di Tebe.
Tutti e due infatti parteciparono alla mitica spedizione della città di Argo contro quella di Tebe.
Dalle analisi sui segni degli accessori mancanti sulle statue e dallo studio dei documenti storici, l'archeologo Daniele Castrizio ha formulato una nuova ipotesi sull'identificazione delle statue. Ritiene che si possa trattare dell'originale del gruppo statuario di Eteocle e Polinice, opera del celebre scultore Pitagora di Reggio.
I personaggi si presentano integri nella loro "nudità eroica", ma un elmo di tipo corinzio; uno scudo; una lancia da oplita completavano l’iconografia.
Dunque non raffigurati come atleti, re, filosofi o divinità, ma essenzialmente come dei guerrieri eroicizzati.
Nella tragedia dei Sette a Tebe il mito magnogreco opera di Stesicoro riporta la tradizione secondo cui Giocasta tenta di dividere i figli nel momento in cui i due si affrontano.
Quest'ultima versione del mito è raffigurata con tutti i personaggi in una serie di sarcofagi attici che si pensa copi un celebre gruppo statuario dell'antichità.
I due fratelli rappresentati sui sarcofagi sono estremamente simili nella composizione ai due Bronzi da Riace, in una posa simmetrica che ricorda la loro fraterna origine.

Una maschera di Seminara dall’ambiguità diabolica è posizionata sul ventre di Scilla.
Seminara è uno dei più noti centri di produzione ceramica della Calabria.
Tipici esemplari di questa produzione sono le maschere: alcune di chiara origine greca si riallacciano al teatro e alle gorgoni; altre, apotropaiche, dall'aspetto orrido e grottesco, hanno la specifica funzione di tenere lontani gli spiriti del male che, nel credo popolare, si materializzano negli invidiosi portatori di malocchio, nel diavolo, negli spiritelli dei campi.





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