Il Mondo - Magici Tarocchi Calabresi

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Il Mondo

I tarocchi in dettaglio
XXI - IL MONDO
Influenza solare. Giove. Segno dello zodiaco Toro.
La realizzazione in se stesso dell’ideale della creazione.
La Grande Opera è realizzata e il Mondo è conforme all’intenzione divina.
Macrocosmo e microcosmo sono in armonia.
L’universo come atto d’amore.
L’Anima è cosciente della forza dell’Amore.

Al centro una figura femminile danza su un piede.
I quattro simboli degli elementi fondamentali e degli evangelisti circondano il soggetto.
Afrodite, la Venere dei romani, è la padrona dei 4 elementi fondamentali.
Ha come figlio Eros ch’esprime la forza primordiale, ma ha come figlie Urania, l’amore ideale, e Nymphia, la dea del matrimonio.
La più bella delle divinità elleniche, dea della bellezza e dell’amore in tutte le sue espressioni ed accezioni, dalla volubilità sensuale alla fedeltà più pura.
È la protettrice di tutte le forze generatrici.

Amore è il trionfatore di tutto il mondo, è pervaso da tutte le Virtù e nemico di tutti i vizi, è il sentimento della gioia di vivere, ma anche il suo contrario.
Il Mondo ossia tutto il creato è simbolo dell’Amore perché espressione dell’Amore divino.
L’Amore esiste in relazione all’altro




Numero 21, è nella Bibbia la cifra della perfezione come prodotto di 3 x 7: il triangolo delle sette virtù.
21 sono gli attributi della saggezza che determinano l’armonia fra tutti gli elementi.

Il monumento ai Caduti di tutte le guerre sorge sul lungomare Falcomatà, a Reggio Calabria.
Progettato da Francesco Jerace, artista polistenese, il monumento fu inaugurato nel maggio del 1930.
È composto da una colonna rostrata, con alla sommità una statua in bronzo raffigurante la vittoria alata e recante nella mano destra una spada ed in quella sinistra la palma del martirio.

Le ali ci ricordano l’Angelo di san Matteo, l’acqua.
La sfera, la terra, il Toro di san Luca.
La spada assimilabile all’aria, l’Aquila di san Giovanni.
Il ramo di palma ai bastoni, il fuoco, il Leone di san Marco.
La Vittoria simbolo della maestria e della padronanza sui 4 elementi, sul Mondo, sull’Universo.

Le quattro creature esprimono a loro turno l’insieme del mistero di Gesù Cristo nella sua Incarnazione (l’uomo), Passione (il toro), Resurrezione (il leone) e Ascensione (l’aquila), le quattro fasi della vita di Cristo, come si esprime con una concisa formula San Girolamo: “nacque come uomo, morì come sacrificale vitello, fu leone nel risorgere e aquila nella sua ascensione”.

S. Matteo è rappresentato dalla figura dell’Uomo perché il suo Vangelo inizia con la genealogia di Gesù e quindi la sua natura umana.
S. Marco è raffigurato come Leone, il suo Vangelo inizia con la presentazione di Giovanni Battista, la cui voce nel deserto è come il ruggito di un leone.
S. Luca è rappresentato dal Toro, perché il suo vangelo comincia con la figura di Zaccaria mentre officia nel Tempio un sacrificio.
S. Giovanni è raffigurato come Aquila perché nel prologo del suo Vangelo presenta l’inaccessibile mistero del Verbo che è Dio e si fa carne, come l’aquila che vola più in alto di qualsiasi altro uccello e riesce a fissare la luce del sole senza accecare.

Una testa di leone è rappresentata sul dritto del tetradramma del V secolo a.C.. Sullo stesso al rovescio è rappresentato Jocasto mitico fondatore della citta di Reggio. L’Università Mediterranea di Reggio Calabria nel 1972 addotta come stemma o logo, ispirato ai tetradrammi d'argento di Rhegion (ΡΗΓΙΝΟΝ), la testa leonina della moneta, simbolo del fuoco del sapere.
Lo statere d’argento con la sigla VM (sy in alfabeto greco arcaico) rappresenta il toro stante a sinistra e testa volta indietro. Come simbolo della terra, dei beni materiali. La moneta, coniata intorno 550-510 a.C., è emessa da Sybaris.
Lo statere di Kaulon del 400 a. C. rappresentante una figura d’uomo nudo andante a destra, (probabilmente Apollo, Dio Solare di tutte le arti, della musica, della profezia, della poesia, delle arti mediche e della scienza che illumina l'intelletto, il suo simbolo principale è il Sole o la Lira) con braccio sinistro proteso dal quale pende un lungo nastro ornato. La mano del braccio destro, ripiegato dietro la testa brandisce un ramo fogliuto. Immagine evocatrice di san Matteo, l’uomo, assimilabile alla vita, all’organico, simbolo dell’acqua.
La moneta in bronzo con testa laureata di Zeus al dritto e al rovescio aquila stante a sinistra con ali spiegate, evocatrice dell’Aria e la scritta BPET-TION (Brettion 208-205 a. C.).
I Bruzi (o Brettii o Bruttii) furono un antico popolo di stirpe italica che abitò la quasi totalità dell’odierna Calabria furono inizialmente pastori e servi dei Lucani che li chiamarono ribelli “Bretti”, perché intorno al 356 a.C.  si ribellarono e poi liberi si coalizzarono in una lega, eressero a loro capitale una città che chiamarono Consentia, nome che suggellava proprio il “consenso” delle varie tribù. Consentia ancora oggi è conosciuta con il nome di Cosenza.





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