Il Sole - Magici Tarocchi Calabresi

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Il Sole

I tarocchi in dettaglio
XVIIII - IL SOLE
Influenza solare. Metallo l’Oro. Segno dello zodiaco Gemelli.

Le nozze fra il Corpo e l’Anima.
L’unificatore principe del cielo che spande la luce sugli uomini che si elevano sopra le nebbie.
L’astro dell’oro simbolo della Verità.
I figli del Sole abitano nel giardino della città solare.
L’Anima confrontata al mondo fisico entra nel regno della fraternità e della buona volontà.

Mitologicamente Apollo è figlio di Zeus, dio del fulmine e della luce, e di Latona dea della notte, ed è la personificazione del sole.
Artemide-Diana è sua sorella gemella, pura e casta, è la personificazione della luna e dea della luce notturna e della caccia.
Il potere del sole è duplice, quello di favorire la germinazione e la maturazione e quello di inaridire e bruciare.
Apollo è dio della poesia, dell’arte e della divinazione, è l’espressione della ragione.
Donato poi ad Hermes, ma è Apollo l’inventore del caduceo che è simbolo della vittoria sulla violenza, del dominio di sé, della ascesa umana e dell’autoperfezionamento.


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Numero 19 : Il sole. L’Essere completo, universale.
L’alternanza e la coesistenza della vita e della morte, del giorno e della notte.
Riconducibile alla decina e all’unità: 1 + 9 = 10, l’uno, ma anche l’unità e lo zero, il binario.

Tommaso Campanella, al secolo Giovan Domenico Campanella (Stilo, 5-09-1568 – Parigi, 21-05-1639), è stato un filosofo, teologo, poeta e frate domenicano italiano.
La città del Sole è un'opera filosofica del frate domenicano calabrese.
Nel 1589 Campanella si trasferisce a Napoli dove conosce G. B. Della Porta, dove si interessa a ricerche e pratiche di magia e di astrologia e pubblica “Philosophia sensibus demonstrata”.
È qui sottoposto a un primo processo per eresia nel 1592; un secondo a Padova, dove cerca affinità culturali e dove conosce Galileo Galilei, e ancora un terzo a Roma (1596) concluso con la condanna e l'abiura; ma poco dopo un altro processo lo obbliga a residenza in Calabria.
Nel frattempo scrive diverse opere: “De Monarchia christianorum” (1593), “De regimine Ecclesiae” (1593), “Discorsi ai Principi d'Italia” (1594), “Dialogo contro Lutero, Calvinisti e altri eretici” (1595).
Le sue idee gli suggeriscono nel 1599 una congiura contro il governo spagnolo.
Scoperto è arrestato e tradotto a Napoli, dove nel 1602 è condannato al carcere perpetuo.
Resta in prigione ventisette anni ed è in questo periodo che egli scrive gran parte delle sue opere maggiori:
la Monarchia di Spagna (1601), la Città del sole, De sensu rerum (1603), Monarchia Messiae (1605), Antiveneti (1606), Atheismus triumphatus (1607), Philosophia rationalis (1619), Quod reminiscentur (1625).
Liberato nel 1626, è nuovamente rinchiuso nel carcere del Sant'Uffizio, donde è liberato nel 1629 per la benevolenza di Urbano VIII.
Campanella è sostenitore del “panvitalismo” dove tutto è vita su una base antiaristotelica che porta all’esigenza di una riforma politico-religiosa generale in un quadro astrologico-magico.
Il naturalismo di Campanella comporta una teoria della conoscenza essenzialmente basata sui sensi: egli sostiene che tutta la conoscenza è possibile solo grazie all'azione diretta o indiretta dei sensi.
La razionalità deriva dalla sensazione: non esiste una conoscenza razionale intellettiva che non derivi da quella sensitiva.
Nella Città del Sole egli descrive una città ideale, governata da Metafisico, un re-sacerdote volto al culto del Dio Sole, un dio laico proprio di una religione naturale che s’interessa all’astrologia e che non ha difficoltà a coincidere con la religione cristiana.
Fra l’altro i "solari" non credono all'inferno o a una qualunque punizione divina, ma pensano che esista l'anima e che sia immortale.
I "solari" onorano non solo Gesù, ma anche Osiride, Zeus, Mosè e Maometto.
Campanella cercò d’organizzare una congiura che mirava alla liberazione della Calabria dal dominio spagnolo, ma fu presto scoperto ed evitò la condanna a morte soltanto fingendo la pazzia.
Scoperta a Napoli un’altra congiura di G. F. Pignatelli, la Spagna chiede l'estradizione di Campanella, alla quale il papa si oppone e a cui consiglia la fuga. Il 21 ottobre 1634 lascia Roma e l'Italia e si rifugia a Parigi, dove l’accoglienza è amichevole, e dove può iniziare la pubblicazione delle sue opere; ma la morte lo coglie nel convento di Saint-Honoré, nel momento in cui solo cinque volumi sono pubblicati. Prima di morire, detta a G. Naudé una sua autobiografia, De libris propriis et recta ratione studendi syntagma (postuma, 1642).
Il particolare dello splendido altare in tarsie marmoree di S. Francesco a Gerace illustra l’ideale Città del Sole.
La statuetta di Eros e Psiche (Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna) è evocatrice del mito dell’unione di Amore con l’Anima.
Nel mito Psiche è una bellissima giovane donna che per la sua semplicità e curiosità disubbidisce a certe regole e ordini. La punizione è inevitabile, ma il percorso di riabilitazione che prevede prove durissime e addirittura una discesa agli Inferi è, in principio, irrealizzabile. Con Amore la salvezza è invece sempre possibile, a patto che ci sia un sentimento autentico, più forte di tutto e tutti.
La debolezza di Psiche consisterebbe nel considerare il divino come una realtà soggetta ai sensi e dimenticando l’importanza dell’intuizione e dei sentimenti.
Istinto e Ragione mediazione delicata messa costantemente alla prova ma che, con la mediazione dei sentimenti, può generare la Voluttà, il Piacere e la Gioia.


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