L'imperatore - Magici Tarocchi Calabresi

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L'imperatore

I tarocchi in dettaglio
IIII - L’IMPERATORE
Arcano lunare. Influenza di Giove.

Si considera l’Imperatore come immagine del creatore attraverso il creato.
Il tetragramma divino. La pietra cubica.
La forza dell’esecuzione, la padronanza dell’ambiente e di se stesso.
L’Anima e il potere.

Iuppiter, “Jovis Pater”, è protettore della Famiglia e, per estensione, della Patria. Nella Roma repubblicana il culto della Patria e della Famiglia si esprimeva col titolo onorifico di “imperator”.
L’Imperatore non è un despota, regna sovrano sulla materia e non impone arbitrariamente la sua volontà.

Numero 4, simbolo del solido, del tangibile. Rappresenta i 4 punti cardinali: misura della Terra.
Non ha potere creatore, ma assume il ruolo di contenere e conservare.
Assimila i 4 elementi primordiali, i colori dei tarocchi e le relative caste sociali.
I 4 Viventi dell’Apocalisse.

Ruggero II (Mileto, 22 dicembre 1095 – Palermo, 26 febbraio 1154), conosciuto anche come Ruggero il normanno, era figlio e successore del gran Conte di Sicilia, il normanno Ruggero I della dinastia degli Altavilla e di Adelasia di Monferrato.
Fu re di Sicilia, Puglia e Calabria dal 1130 al 1154.
È sua opera l’unificazione di tutte le conquiste normanne dell'Italia meridionale.
Rese il suo regno la potenza dominante del Mediterraneo, grazie ad una potente flotta, effettuò una serie di conquiste sulla costa africana (1135 - 1153), chiamato "Regno normanno d'Africa" o “piccolo impero” che divenne in seguito un "protettorato".
Sullo sfondo è rappresentata Rocca Imperiale fondata dall’imperatore Federico II.
Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con una amministrazione efficiente.
L’aquila è rappresentata in pieno volo per accennare alla migrazione dei rapaci che percorrono tutta la penisola e si dirigono verso lo stretto, per evidenziare i valori ambientali eccezionali della regione e per denunciare l’inaccettabile usanza dei cacciatori locali d’abbattere i rapaci in migrazione.
Simbolo celeste e solare, l'aquila indica acutezza mentale e d'ingegno, dall'alto dello spazio e dall'alto del tempo, essa ha una chiara e vasta percezione del mondo.
Come un'aquila incita la sua nidiata e aleggia sopra i suoi piccoli, così l’Imperatore spiega le ali e istruisce con l’esempio.

Nella mano destra lo scettro bronzeo trovato a Temesa che rappresenta ad una estremità un uomo nudo ed un animale mostruoso a due teste impiantate in senso opposto.
L’iconografia evoca Eutino e il diabolico Alibante descritto come un mostruoso, irsuto lupo nero.
La leggenda narra di Polite, compagno d’Ulisse, sbarcato a Temesa dove in stato d’ebrezza violentò una giovane fanciulla. Fu condannato alla morte per lapidazione. Il demone di Polite, chiamato Alibante, inferocito per la dura sentenza si vendicò con estrema crudeltà obbligando la popolazione a consacrargli una volta all’anno una vergine fino a quando Euthyco di Locri, triplo vincitore ad Olimpia nelle nobili gare di pugilato, per pegno d’amore sconfisse il demone che sprofondò per sempre in mare.

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