L'Innomitana
I tarocchi in dettaglio
L’innominata – XIII –
perché tradizionalmente senza dicitura. Solare. Influenza attiva di Plutone.
I sensi ci rivelano l’aspetto superficiale delle cose.
Estasi, meditazione metafisica.
L’Anima è cosciente della precarietà della vita terrestre.
Si può identificare PLOUTON anche come Ade che è descritto come il Dio non amato e più temuto dai mortali.
Il termine Ploutōn invece è connesso alla ricchezza della terra, sia nei raccolti sulla superficie che nelle miniere del sottosuolo.
Platone afferma che la gente preferisce il termine Ploutōn, "dispensatore di ricchezze," in quanto il termine Ade suscita timore.
Plutone è il dio del mondo sotterraneo e delle sue ricchezze nascoste e dimenticate, per questo anche simbolo delle profondità tenebrose dell’uomo, della Psiche umana.
Astrologicamente il pianeta Plutone incarna la forza che governa le grandi mutazioni delle ere geologiche, dell’atomo, della genetica.
Numero 13, Casella centrale del quadrato magico di 5 caselle x 5, sintesi dell’esistenza terrestre: la caducità. Simbolo di un ciclo temporale base 13, è il numero dei giorni della settimana azteca e 13 anni per 4 = 52 anni corrisponde al loro concetto di secolo come tempo completo di un ciclo, e un ciclo solare completo è di 52 x 13 = 676 anni.
Il numero di Giuda il tredicesimo apostolo, l’iniziato, sostituito da Matias.
Il tredicesimo capitolo dell’Apocalisse è dedicato all’Anticristo e alla Bestia.
Legionario della Legio X Fretensis (“fretum siculum”, "dello Stretto") fu una legione romana creata da Augusto nel 41/40 a.C. per combattere contro Sesto Pompeo, che controllava la Sicilia e minacciava di interrompere la fornitura di grano per la città di Roma.
Durante questo conflitto la Legio X presidiò lo stretto di Messina, prendendo parte alle battaglie di Mylae e di Nauloco (36 a.C.). Per tradizione si pensa che i suoi legionari fossero prevalentemente arruolati in Calabria. La X esistette almeno fino agli inizi del V secolo.
La leggenda racconta che fossero i legionari della X a scortare Gesù sul Golgota.
Il colpo di lancia inflitto al costato segna l’ultimo episodio e l’ultimo istante della sua vita terrestre e umana.
Il drammatico e bellissimo Cristo in croce è attribuito allo scultore Alessandro Algardi (Bologna, 1598 – Roma, 1654.) e fu acquistato a Napoli nel 1851 da Filippo Mincione, Vescovo di Mileto dal 1847 al 1882. Il re di Napoli Ferdinando I l'aveva donato al suo confessore monsignor Angelo Porta, vescovo di Termoli.