La Luna - Magici Tarocchi Calabresi

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La Luna

I tarocchi in dettaglio
XVIII - LA LUNA
Influenza lunare attiva. Metallo l’Argento. Segno dello zodiaco Cancro.

La Luna è l’allegoria del viaggio e del passaggio, delle prove e degli esami.
Rappresenta le forme materiali misteriose e i simboli.
L’Argento è prezioso, ma non manifesta l’ideale supremo dell’Oro puro filosofico.
L’Anima è confrontata alla possibile fallace percezione dei sensi.

Artemide è la personificazione della luna, è la gemella d’Apollo, la sua luce è la luce del sole riflessa, è simbolo di trasformazione e crescita.
Diana è il suo corrispondente latino nell’aspetto favorevole, è protettrice dei viandanti, dei pellegrini e dei naviganti e come Dea della caccia il suo animale è il cervo.
Ci sono similitudini tra la vita della luna e dell’uomo, la morte della luna non è definitiva, è perciò il simbolo del passaggio dalla vita alla morte e viceversa.
Rappresenta l’immaginazione, l’inconscio e il sogno.

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Numero 18 : La luna. Riconducibile a 9, il ciclico.

Luigi Lilio, in latino Aloysius Lilius (Cirò, 1510 – Roma, 1574) (Busto realizzato da Giuseppe Capoano), è stato un medico, astronomo e matematico. Fu l'ideatore della riforma del calendario gregoriano e il 21 marzo di ogni anno la Regione Calabria ha istituito la Giornata del Calendario in sua memoria.
Lilio ricevette a Cirò una solida educazione umanistica, ma dovette trasferirsi a Napoli per frequentare corsi universitari, come cita Juan Salon, nel “De Romani calendarii nova emendatione, ac Paschalis solennitatis reductione” del 1576, lo qualifica come medico, oltre che come matematico: “Aloisius Lilius Medicus execellentissimus & Mathematicus haud vulgaris Alfonsum Regem in anni quantitate imitates, cyclum magnum."
Conseguita la laurea in medicina, Luigi Lilio si trasferì a Roma dove, con l’esperienza scientifica maturata a Napoli, concepì e maturò la riforma del calendario.
Gli ultimi anni della vita di Luigi Lilio sono un mistero. Si può affermare che, con buone probabilità, la morte lo colse prima del 1574.
Un cratere al nome di Lilius in suo ricordo è così battezzato sulla luna.
Luigi Lilio ebbe un fratello, Antonio, con cui condivise l’interesse per gli studi e i lavori scientifici e svolse un ruolo da protagonista promuovendo ed esponendo alla Commissione il lavoro di Luigi.
Ogni anno non divisibile per quattro sarà anno comune di 365 giorni e sarà bisestile di 366 giorni se il suo numero è divisibile per quattro. Fanno eccezione alla regola gli anni secolari i quali, benché abbiano il numero divisibile per quattro, non sono bisestili. Per essi si adotta una regola simile, ovvero: ogni anno secolare il cui numero del secolo, non considerando i due zeri, non sia divisibile per quattro sarà comune; sarà bisestile se è divisibile per quattro. Per evitare dunque che si producessero accumuli di errori futuri, fu decretato che si cancellassero 3 giorni ogni 400 anni, mantenendo la regola giuliana dell’introduzione di un anno bisestile ogni 4 anni, ma gli anni secolari, che nel calendario giuliano erano tutti bisestili, divennero comuni tranne quelli divisibili per quattro, che rimasero bisestili. Seguendo queste indicazioni, sono stati bisestili per esempio gli anni 1980, 1984; non sono stati e non saranno bisestili gli anni 1800, 1900, 2200 etc.; sono stati e saranno bisestili gli anni 1600, 2000, 2400, 2800 etc.
In quanto allo spostamento dell’equinozio di primavera dovuto al calendario giuliano, Lilio, per recuperare i giorni perduti e per ricondurre l’equinozio di primavera alla data del 21 marzo, propose di eliminare dal calendario dieci giorni.
Fu Christophorus Clavius, sulla base delle proposte di Lilio, a suggerire di passare dal 4 al 15 ottobre del 1582.


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