Ruota di fortuna - Magici Tarocchi Calabresi

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Ruota di fortuna

I tarocchi in dettaglio
X - RUOTA DI FORTUNA
Influenza della luna e di mercurio. Segno dello zodiaco Capricorno.

La Ruota di Fortuna è la decomposizione dell’ordine del mondo in due parti opposte.
Il rinnovellamento del Ciclo delle generazioni.
La Genesi continua.
Lo scettro paterno e la coscienza della capacità creatrice.
L’Anima e l’immaginazione.

Dopo la “Giustizia” e la “Prudenza” solo adesso l’uomo può inventare la “Ruota”.
La Ruota, che dopo la leva è un mezzo meccanico fondamentale, è il simbolo della capacità dell’uomo d’immaginare, creare e inventare utensili e macchine, ma anche, l’invenzione determinante della parola e del linguaggio.
Se un punto della ruota è in discesa il suo opposto è in salita. Se un punto è in basso l’altro è sul sommo.
La Ruota è presieduta da una Sfinge greca che è simbolo dell’ottusità vinta con l’intelligenza, ma anche eventualmente da una Chimera.
Nei due casi è l’animale ibrido, tetramorfo che sintetizza i 4 elementi fondamentali.
Come Chimera è assimilata all’immaginazione esaltata dell’uomo, al sogno fantastico.
Ed in effetti si può immaginare che la scienza umana, le sue invenzioni ed applicazioni in fisica e in psicologia, in biologia e in ingegneria genetica possano essere illimitate.
In psichiatria si è schematizzata una ruota divisa in 2 parti, il cosciente e l’incosciente, e in 4 poli “Intuizione” e “Sensazione” in opposizione reciprocamente a “Pensiero” e “Sentimento”.


Numero 10: Riconduce all’unità, ma è il primo numero composta da due cifre. Il 10 rappresenta un insieme, esplicita il dualismo ed innesca il principio del movimento. 10 è la somma di 1 2 3 4, il tetraktys pitagorico, con la totalità il ritorno all’unità. Dieci i punti del Sefirot.
Se il 5 è il numero dell’uomo il 10 lo contiene due volte.
I e 0 nel binario hanno valore 2.

La "Macchina Calabrese" fu ideata da Nicola Barillà nel 1844, per la lavorazione del bergamotto e l’estrazione dell’essenza.
Il bergamotto, il Citrus bergamia, è un agrume e sembra che il suo nome derivi dal turco beg armudi = "pero del signore".
I primi alberelli di bergamotto in piantagione intensiva furono piantati nelle vicinanze di Reggio Calabria da Nicola Parisi nel feudo "Giunchi" nel 1750.
Non si conosce la sua origine è probabile che la pianta sia autoctona della Calabria, perché già nel XIV secolo risultano tracce di un agrume esclusivo del sud della Calabria chiamato “Limon pusillus calaber”.
L’essenza viene ricavata per abrasione, mediante un sistema di grattugie e nelle apposite "pelatrici" dalla parte superficiale dei frutti
Il bergamotto ha nella provincia di Reggio uno dei suoi migliori habitat.
I prodotti del bergamotto sono: i frutti, l'olio essenziale, il succo e la polpa.
Il frutto intero si può trovare solo dai coltivatori da novembre a marzo, il suo succo è molto amaro per la presenza di naringina e sembra essere attivo, grazie al contenuto in polifenoli, nell'abbassare il tasso di colesterolo.
L’alta percentuale di acido citrico, 66 g/l, favorisce l'utilizzo del succo come fonte di acido citrico naturale.
L'olio essenziale di bergamotto è esportato in tutto il mondo per le sue proprietà di donare una nota estremamente fresca alle composizioni di profumeria.
Ma come per la ruota dove notiamo il lato che sale e in opposizione quello che scende, anche per il bergamotto insieme alle tante qualità positive e benefiche troviamo anche quelle nocive.
Gli psoraleni, contenuti nell'estratto da olio di bergamotto, sono stati usati negli acceleratori d'abbronzatura e nei filtri solari che, purtroppo, penetrando nella pelle aumentano il danno al DNA al seguito di scottature solari.
Queste sostanze, dal 1959, sono note essere fotocancerogene e sono state bandite dai filtri solari dopo aver causato casi di melanomi maligni.
La ruota, simbolo di creatività meccanica e di ingeniosità, ci induce a considerare dati significativi relativi al patrimonio del Regno delle Due Sicilie che nel 1856 era stimato in 443,3 Milioni di Lire in oro (wikipedia), pari al doppio della ricchezza complessiva del resto della penisola italiana. Nella conferenza internazionale di Parigi del 1856 al Regno delle Due Sicilie fu assegnato il premio di terzo paese più industrializzato d’Europa dopo Inghilterra e Francia.
La sfinge che presiede la “macchina calabrese”, conservata nel Museo Nazionale di Crotone, è una statuetta bronzea di circa 7,3 centimetri d’altezza datata del VI Sec. a. C. e fa parte del "Tesoro di Hera.
La Sfinge è una creatura mitologica greca. Ha il corpo del leone, ma la coda è un serpente, le ali sono un’aquila e il volto è di donna. È un demone di distruzione e malasorte, figura ctonia con ruolo apotropaico che scongiura e allontana o annulla gli influssi maligni. Offrendola a Hera si chiedeva alla dea la buona sorte e l’opposizione alla negatività.



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